DESCRIZIONE
La struttura attuale è frutto della ricostruzione post-bellica avvenuta negli anni ’50.
Ridotta a due campate il suo interno è privo di ogni valore artistico poiché i pregevoli altari marmorei del Seicento sono stati trasferiti e messi in deposito negli annessi della vicina chiesa di Santa Maria di Porto Salvo che tuttora funge da sede dell’antica parrocchia dei Ss. Cosma e Damiano. Le coperture delle due campate, ad arco acuto, sono a crociera, il pavimento è a piastrelle.
L’esterno, concepito con estrema linearità, è ornato da un monumentale portale recante una iscrizione dedicatoria del 1749. Sul fianco destro della facciata si innesta un campaniletto ottocentesco.
Nel suo interno, nudo e austero, vi è un pregevole fonte battesimale in pietra voluto nel 1591 dal vescovo Lassosedegno.
STORIA
La memoria più antica della chiesa risale al 997 quando il presbitero Pietro e i canonici Benedetto e Bono ricevono dal vescovo Bernardo, figlio del duca di Gaeta, l’incarico di ricostruire l’edificio sacro dopo la lontana distruzione avvenuta, all’incirca nell’846, ad opera dei Saraceni. La più antica costruzione si trovava probabilmente al livello degli attuali vani sottostanti, adibiti più tardi a sepolture.
Con un decreto del 6 luglio 1591, il vescovo Alfonso Lassosedegno (1587-1597) impose ai parroci delle chiese extra moenia l’uso del fonte battesimale per battezzare nella suddetta parrocchia:
«Si ordina al Curato di detta Chiesa, presente e futuro, che tutti quelli che nasceranno dalle porte della città in fore, si debiano battezzare in detta fonte, e non permetta che si vengano a battezzare al Vescovado senza la nostra licenza, sotto pena di un docato per ciascheduna volta».
La chiesa, nel Cinquecento, subì delle trasformazioni strutturali fino ad assumere la conformazione tardo barocca nel ‘700 con l’aggiunta, sulla facciata, del monumentale portale in pietra. Tuttavia la parrocchia non presentava particolari pregi architettonici né era fornita di opere d’arte: la povertà dei parrocchiani non consentiva offerte sostanziose.
Ebbe sei altari, oltre a quello maggiore dedicato ai Santi Titolari Cosma e Damiano vi era l’altare del SS. Rosario, quello del SS. Corpo di Cristo, quello di S. Maria delle Grazie, quello di S. Antonio, della famiglia Tuoci e quello di S. Nicola, della famiglia Alviti.
Nel 1939, per iniziativa del parroco don Salvatore Buonomo, e con i lavori diretti dall’ing. Pasquale Fantasia, venne aggiunta una cappella sul fianco destro dell’area presbiteriale.
Durante la guerra (1943), la chiesa fu gravemente danneggiata e successivamente ricostruita in dimensioni ridotte.