Un appello perché Gaeta partecipi, in gara di filiale generosità, al restauro dell’antica veste della Madonna di Porto Salvo
Una lodevole e degna iniziativa, sgorgata dall’animo fervoroso e volitivo del parroco Don Giuseppe Rosoni e sostenuta con slancio dalla comunità parrocchiale dei Santi Cosma e Damiano in Gaeta, concerne il radicale restauro della preziosa “veste di gala” della Madonna di Porto Salvo.
Tale abito, che adorna l’elegante immagine della nostra “bellissima e cara Madre” nei giorni in cui “esultiamo di commossa e filiale letizia per l’annua ricorrenza dell’Assunzione di Maria al Cielo” e “in fraterna unione col coro esultante dei fedeli, ci disponiamo a festeggiarla sotto il titolo di Madonna di Porto Salvo”, ormai è diventato consunto, così da far diventare inderogabile un riattamento delle diverse parti che vanno a comporlo.
Di pregevole fattura, il vestito ha un certa valenza anche come memoria storica collettiva: dalle note riportate in un opuscolo dell’antica Novena in preparazione alla Festa (fraternamente donata allo scrivente dal Dott. Ennio Albani), sappiamo che:
“[…] al primitivo quadro raffigurante la Madonna di Porto Salvo, conservato nell’ex oratorio della Congrega e poi alla statua di legno, fu sostituita nei primi decenni del 1800 l’attuale statua della Madonna, la cui veste ricca di broccato intessuta d’oro, fu allestita nel 1831. Logorato per l’uso e per gli anni, il ricamo di broccato fu riportato su un nuovo tessuto un secolo dopo – nel 1931 […]”.
Specificando meglio, dobbiamo affermare che l’originale confezionamento della veste risale al Luglio 1831 a cui seguono il primo rinnovo del Luglio 1931 ed il secondo rinnovo datato Luglio 1966, secondo le apposite dediche riportate ai margini dell’abito.
Segno eloquente ed ennesimo del millenario devoto legame unente Gaeta e Maria, la veste assume anche interessanti rimandi antropologici. In particolare, la dott.ssa Paola Goretti riflette come “Le Madonne da vestire […] fanno parte di un procedimento iniziatico che riguarda l’identità femminile, proiettata in uno spazio di relazione attraverso la simulazione di un ‘corpo a corpo’ con la figura della Madre. Esse, dunque, sono sempre ‘indicibili’. La loro gloria viene assaporata intimamente, come in un colloquio che veicola un’operazione trasformativa di tipo misterico […]”.
E continua “La comunità dei fedeli è dunque protetta e benedetta dal sacro sorriso sprigionante dalle statue, nelle altezze imperturbabili di un esistere atemporale che si erge a custodia del mondo e della sua imperturbabile ciclicità. (…) E in tale prospettiva, anche il rituale della vestizione è parte integrante dell’intensa drammaturgia religiosa. Riecheggiano i versi della gloriosa Canzone alla Vergine del Petrarca:
«Vergine bella, che di sol vestita,
coronata di stelle, al sommo Sole
piacesti sì che ‘n te sua luce ascose»
Non un abito dunque, ma un’intera cartografia celeste, un’intera cosmogonia di elementi, ‘miseramente’ tradotti in abito. Luna, sole, stelle, mantello cosmico, corona raggiata . Figure della luce e dei suoi composti, per una vestitio spiritualis necessaria all’impetrazione della Grazia (…) per via di sontuosa regalità sartoriale; in altri rinnova l’inconsumabile intimità nuziale del cielo e della terra. Ognora riattivata nel Suo Splendore”.
Aggiunge la Dott.ssa Elisabetta Silvestrini che “La ‘visione’ del sacro passa necessariamente attraverso l’immaginario, in particolare narrativo. (…) Così, risultato dell’incontro tra una immagine esteriore ed una interiore, la visione del personaggio sacro si stratifica nella comunità dei fedeli (…). I simulacri mariani, nei quali viene particolarmente attuata la ricerca della bellezza, determinano talvolta il crearsi di un attaccamento intensamente emotivo ed affettivo”.
Ebbene, proprio l’interiore emozione e il filiale trasporto affettivo che Gaeta – città di Maria – nutre per la Madre di Cristo, specie sotto il titolo di “Porto Salvo”, deve far germogliare, nel cuore di ogni gaetano, una generosa partecipazione mediante l’elargizione di un’offerta (secondo sua coscienza e possibilità), affinché si possano sostenere ed onorare le spese previste onde procedere al riqualificante accomodamento delle diverse sezioni componenti l’antica “veste di gala” della “Madonna Nostra”. L’animo sensibile che intende contribuire per il suddetto progetto, può rivolgersi al Parroco o ai responsabili addetti della Parrocchia dei Santi Cosma e Damiano.